Uno dei temi di cui le cronache stanno più discutendo è l’assenza di personale in attività e imprese, o meglio la difficoltà nel trovare nuova forza lavoro per diverse realtà professionali.
L’opinione pubblica ha snocciolato varie ipotesi sulle cause alla base di tale situazione: retribuzioni troppo basse e non in linea con le competenze possedute dai lavoratori, un orario e richieste di lavoro non adeguatamente ricompensate in busta paga, un certo disinteresse da parte di alcuni titolari e datori di lavoro nel far crescere i propri collaboratori con proposte e opportunità serie, il reddito di cittadinanza.
Quale sia l’effettiva causa di questa situazione è un quesito che sta ancora alimentando il dibattito pubblico, intanto il problema non accenna a regredire verso una soluzione.
A confermarlo è lo stesso presidente di Ascom Treviso, Federico Capraro, il quale ha riferito che Confcommercio ha finora ricevuto numerose richieste di aiuto da parte di imprenditori e titolari in difficoltà a causa della penuria di personale.
“Si tratta di un problema presente non soltanto nel nostro territorio, ma a livello nazionale. Accade poi anche all’estero: si è registrata tale criticità ad esempio nella città di Londra oppure in Croazia – ha affermato il presidente – In generale, i lavoratori mancano a tutti i livelli e il turismo è il settore al momento più colpito, perché c’è il picco stagionale. In sostanza, è un problema che riguarda tutti: imprese, pubblici esercizi, studi che cercano professionisti”.
“L’anno scorso era il primo anno in cui il problema si era manifestato e in precedenza c’era stata qualche avvisaglia per gli stagionali delle località balneari, ma qui da noi non si era mai verificata una situazione del genere – ha proseguito – Ci sono tante cause e una che si aggiunge all’altra: l’effetto del Covid, il reddito di cittadinanza, il fatto che le persone danno più importanza a certi tempi e spazi rispetto a prima, costi lordi per l’azienda molto alti a fronte di importi netti in busta paga troppo bassi. Poi c’è un’incertezza di periodo, nel senso che vengono fatte proposte per periodi molto brevi, non sempre con grande lungimiranza e quindi sono proposte meno interessanti”.
“Tante cose messe insieme, però è una nuova realtà che dovrà essere affrontata con le istituzioni, con degli interventi a monte, altrimenti non ne veniamo fuori – ha concluso – Si tratta di un problema così generale che va risolto con delle soluzioni macro, non è nel piccolo che si risolve: questo vale per tutte le città e anche i centri minori”.
(Foto: archivio Qdpnews.it).
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