Per la quarantottesima Giornata mondiale dell’ambiente l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha deciso di ricordarci che nella galassia ci sono miliardi di pianeti, ma solo una Terra: “Only One Earth”.
È con questo messaggio che si vuole sensibilizzare la popolazione e tutelare un pianeta che da anni sta lanciando grida d’aiuto e che necessita di essere ripristinato.
Tale ricorrenza viene celebrata ogni anno dal 1974 dopo che fu proclamata dall’ONU nel 1972 in occasione dell’istituzione del Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente, un’organizzazione nazionale con sede a Nairobi, in Kenya che opera a favore della natura.
Oggi la terra sta vivendo una situazione di grave crisi dovuta al cambiamento climatico, alla perdita della biodiversità, all’inquinamento e allo spreco.
Secondo il Wwf negli ultimi 30 anni la superficie forestale si è ridotta di 420 milioni di ettari, con un ritmo di 4,7 milioni l’anno. Si tratta di un grave problema quello della deforestazione, poiché i vegetali ospitano alti livelli di biodiversità e garantiscono la vita a milioni di persone.
Per non parlare degli oceani dove l’80% dell’inquinamento che li riguarda viene prodotto a terra da concimi, pesticidi e sostanze chimiche che mettono a dura prova i nostri mari e tutti gli esseri viventi che vi abitano. Una delle questioni più urgenti da affrontare, poiché ignorata per troppo tempo, inoltre, è quella della plastica, la cui produzione e il consumo sono cresciuti negli anni inquinando la terra e il mare. Non esiste settore dell’attività umana che non sia stato influenzato da oggetti di tale materiale che da oltre un secolo ha trasformato e caratterizzato la nostra società. Viene usata dalla medicina, alle automobili, agli aerei, per dispositivi di ogni tipo che hanno agevolato le nostre vite.
È grande il conto che la natura ci presenta per il suo uso smisurato. Sono 450 milioni le tonnellate di plastica prodotte ogni anno e 8 quelle che finiscono negli oceani dove alla luce solare si degradano in particelle di mezzo centimetro e si diffondono in tutta la colonna d’acqua.
Le zone a rischio maggiore sono l’Asia e l’Africa dove i sistemi di raccolta dei rifiuti sono inefficienti o inesistenti, ma il rischio che sta affrontando la terra è globale. Sono circa 1 milione le specie in difficoltà a causa dell’innalzamento delle temperature e dalla velocità con qui ciò sta avvenendo, che impedisce a persone e natura di adattarsi.
Ma cosa si può fare per salvare il pianeta? L’Unep suggerisce una mappa di azioni da svolgere in direzione di una vita sostenibile e in armonia con la natura che riguardano governi, associazioni, aziende e cittadini. Questi ultimi nel loro piccolo possono svolgere diverse attività individuali, come: una dieta equilibrata a base vegetale, ridurre gli sprechi, ma anche acquistare solo ciò di cui si ha bisogno.
(Foto: web).
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