L’operazione voluta e coordinata da Regione Veneto e Provincia di Treviso, in collaborazione con gli associati alla Fipsas (Federazione italiana pesca sportiva e attività subacquee) e con i Comuni rivieraschi di Revine Lago e Tarzo, ha dato i primi responsi.
Una serie di reti erano state posizionate ieri nel tardo pomeriggio nel bacino dei Laghi di Revine Lago e Tarzo, con lo scopo da un lato di arginare il proliferare del “famigerato” pesce siluro e dall’altro di procedere alla mappatura della fauna ittica. Un primo anche se parziale responso c’è stato; nelle maglie delle reti recuperate stamane, non è finito nessun pesce siluro.
È stata altresì rilevata la presenza di tipiche specie lacustri quali la scardola, il persico trota e la tinca. Questo non significa che non siano presenti esemplari di pesce siluro, ma sicuramente esclude che si siamo moltiplicati in maniera significativa.
“Diverse specie di pesci autoctoni sono state rinvenute questa mattina nello specchio lacustre di Lago, una volta che gli operatori della Provincia e della Fipsas hanno rimosso le reti posizionate in acqua nella giornata di ieri pomeriggio per la cattura del pesce siluro. Di quest’ultimo neanche un esemplare trovato, tant’è che stiamo programmando un’altra giornata per la prossima settimana, con l’ausilio di strumenti più mirati ed efficaci come ad esempio reti dalle maglie più grosse. La mattinata è proseguita con il censimento di ogni esemplare rinvenuto per ciascuna specie al fine di redigere la carta ittica.”
Questo il commento del primo cittadino di Revine Lago Massimo Magagnin. Soltanto rinviata dunque la caccia al temibile pesce siluro, il nemico numero uno del delicato ecosistema dei Laghi di Revine Lago e Tarzo.
(Fonte: Giancarlo De Luca © Qdpnews.it).
(Foto: Qdpnews.it © riproduzine riservata).
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