Colin e Kate sorridono come due persone che hanno trovato la pace non in un luogo, ma in una missione. Seduti al Caffè Centrale, osservano deliziati la piazza di Asolo, che hanno trovato quasi per caso, sulla loro via verso Singapore.
“Quest’atmosfera è esattamente quello che ci aspettiamo quando parliamo d’Italia” commentano. Il giorno prima, sforzando i polpacci sulla ripida salita che porta al borgo, era più difficile notarne la bellezza.
Lei, 43 anni, infermiera e lui, 52 anni, con un’attività a Nottingham (che, per chi non lo conoscesse, è la città dove si ambienta la storia di Robin Hood), hanno deciso di lasciare tutto per un bel po’ e partire in bicicletta per un viaggio che, probabilmente, cambierà loro la vita. Nessun tragitto preciso predefinito, solo una destinazione e un dispositivo gps che ogni tanto li porta su tracciati sbagliati, davanti a ponti crollati o strade senza uscita.
Partiti dalle Midlands inglesi sei settimane fa con biciclette (no, non elettriche) e con venti chili bagagli, sono scesi a Portsmouth e hanno preso un battello per la Spagna, attraversandola poi tutta quanta.
Arrivati a Barcellona, hanno raggiunto Lione, Genova e, per qualche ragione, Innsbruck e, mentre cercavano di raggiungere Treviso, si sono accorti che sul percorso non c’era nemmeno un’area camping aperta.
Così, in cerca di riparo dalla bufera dell’altroieri, la coppia ha incontrato l’accoglienza di Asolo e della sua gente: questa notte sono rimasti con la signora Anna Pieroni, mentre le biciclette sono state custodite all’ufficio turistico e riconsegnate loro questa mattina.
Colin, che è un pedalatore allenato, e Katie, che non è un habitué della bicicletta, percorrono una media di 80 chilometri al giorno e prevedono di arrivare a Singapore la prossima primavera. La loro idea è quella di non prendere mai nessun volo aereo.
“Saremo probabilmente costretti a salire su un aereo soltanto per passare il confine tra il Kazakistan e l’India, in quanto per qualche ragione non consentono il transito se non da aeroporto ad aeroporto – affermano, – Anche il transito in Georgia ci preoccupa un po’. Lì la situazione del covid non è ancora buona”.
La distanza totale che la coppia percorrerà è di diecimila miglia, quindi circa 16 mila chilometri. “No, non abbiamo mai fatto niente del genere: solo delle gite in bicicletta rimanendo in Inghilterra”.
Un tour, questo, che la coppia non esegue soltanto nel proprio interesse: si tratta infatti di una raccolta fondi per la ricerca sull’Alzheimer e sulla demenza senile, un tema che Katie, come infermiera, conosce bene per via del suo lavoro.
“A livello globale almeno una persona su tre ne soffre. Abbiamo avviato in collaborazione con enti internazionali questa raccolta fondi che si chiama “Turn cogs for dementia” e per fortuna abbiamo vari donatori hanno aiutato”. A chi volesse aiutarli a raggiungere il loro risultato, basta cercare il loro slogan sui principali social.
Ieri mattina, dopo il caffè al Centrale, la coppia britannica è ripartita alla volta di Venezia. Da lì, proprio come Marco Polo, seguiranno la Via della Seta verso le Indie fino alla piccola isola di Singapore.
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