Nella Casa Toniolo di Conegliano (nella foto) si è riunito per la seconda volta il “Tavolo di Dialogo” indetto dall’Ufficio per la pastorale sociale della Diocesi di Vittorio Veneto per affrontare il tema dell’uso dei pesticidi in agricoltura e in particolare nella viticoltura con le conseguenti tensioni sortite in questi decenni tra viticoltori e parte della cittadinanza.
A una sostanziale adesione da parte degli accademici e dei rappresentanti dei Consorzi di tutela, si è dovuto prendere atto del netto rifiuto opposto da associazioni e movimenti ambientalisti, ad eccezione di Fare Rete, presente invece al Tavolo di Dialogo. La principale e unanime motivazione di chi non ha partecipato è consistita nel giudicare come insuperabile e dirimente per il procedere del dialogo la querela da parte dei Consorzi Prosecco Docg e Doc nei confronti di Fabio Padovan, esponente di Colli Puri Collalbrigo Respira.
“Tale atto – sostengono i gruppi ambientalisti assenti al Tavolo di Dialogo – ha creato un clima intimidatorio che rende al momento inattuabile ogni forma di sereno e costruttivo confronto”. Nel corso dell’incontro del Tavolo di Dialogo sono emersi diversi orientamenti pratici e alcune consapevolezze, riassunti nel momento conclusivo da don Andrea Forest, delegato vescovile per la pastorale sociale della diocesi di Vittorio Veneto, che ha condotto il confronto.
Anzitutto la consapevolezza della necessità che tutte le parti si adoperino per un “di più” di dialogo, nella capacità di fare un passo verso l’altro che vada “oltre il dovuto”, non accontentandosi del minimo necessario secondo criteri di giustizia e di legalità. Sapendo poi che nell’ambito di ogni dialogo c’è bisogno di tempi lunghi per raggiungere soluzioni condivise; si approderebbe altrimenti a soluzioni superficiali o, nel peggiore dei casi, soltanto di facciata e motivati dalla convenienza.
I filoni emersi e da perseguire, frutto dell’intesa raggiunta durante il Tavolo di Dialogo sono l’ambito delle relazioni, che devono essere condotte a più livelli, sia tra produttori e movimenti ambientalisti; quello del confronto con le istituzioni : amministrazioni comunali, Ulss, Università e Istituti tecnici e professionali, organi di polizia e di controllo, la Prefettura di Treviso, le associazioni di categoria (Coldiretti, Confagricoltura, Cia) che hanno già elaborato progetti volti ad un’agricoltura più sostenibile; e quello dei progetti tecnici a lungo termine, per approfondire, migliorare ed eventualmente anche integrare diversi metodi di coltivazione.
“Si aprono ampi spazi di lavoro ha spiegato don Andrea Forest – nei quali l’Ufficio di pastorale sociale della diocesi di Vittorio Veneto intende porsi come soggetto mediatore e facilitatore di un dialogo fattivo, senza per questo sostituirsi a nessuno, ma in armonica sinergia con l’esistente e a quanti sono direttamente titolati ad assumersi la responsabilità di scelte pratiche nelle direzioni evidenziate”.
(Fonte: Ufficio della Pastorale sociale della Diocesi)
(Foto: archivio Qdpnews.it)
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