Una folla composta e partecipe si è riunita oggi giovedì pomeriggio nella chiesa parrocchiale di Selva del Montello per l’ultimo saluto a Samuel Carletti, il 22enne morto la scorsa settimana per arresto cardiocircolatorio a pochi passi da casa. Tantissimi giovani, amici della famiglia e gente del paese si sono radunati sul sagrato già un’ora prima delle esequie in attesa della salma.
La bara bianca e i fiori bianchi sono stati il segno visibile della brevità a cui il giovane è stato chiamato. Era un’anima gentile, come è stato detto nelle preghiere dei fedeli durante la celebrazione. “Solo per un momento genitori e amici hanno potuto rallegrarsi della sua luce – ha sottolineato il parroco don Angelo Rossi nella sua omelia – perché 22 anni sono un momento agli occhi degli uomini. Ma per Dio sono un istante, perché ogni vita è eterna”.
Samuel era pieno di sogni e di energie e molte ne aveva impiegate per realizzare i suoi progetti. “Ora si esibisce davanti a Dio e Dio lo applaude, perché è innamorato pazzo delle sue creature. Essere qui a pregare è una forza per tutti, perché siamo nella comunione dei santi. Anche Mosé ha pregato Dio, quando il popolo si era costruito il vitello d’oro”, ha aggiunto il sacerdote, che ai tanti giovani presenti ha rivolto l’invito a non cadere in trappola dei propri sogni, a non diventarne schiavi, a non farne un vitello d’oro. “Amate la vita in modo leale, facendo tesoro delle persone che ci vivono accanto e chiedendo aiuto alle persone giuste”.
Ai genitori, seduti accanto alla bara, arriva anche durante la Messa da parte di un anziano, passato tra i banchi a raccogliere le offerte, un gesto fraterno di vicinanza e affetto. Quella carezza, quella mano sulla spalla dicono che la comunità è con loro, soprattutto nel momento del saluto e del distacco fisico. L’applauso all’uscita è il congedo finale, mentre la pioggia del cielo si mescola alle lacrime degli occhi.
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