Un ponte tra il passato e il presente. Ovvero il primo “Museo Trivigiano” fondato in Borgo Cavour nel 1888 dall’abate Luigi Bailo, su quello che in origine era un convento quattrocentesco delle suore agostiniane, e la contemporaneità rappresentata dal raddoppio dello spazio espositivo da 1565 a 3030 metri quadrati (per accogliere fino a mille opere contemporaneamente) e dagli impianti completamente rinnovati per migliorare le dotazioni necessarie ad ospitare mostre di alto livello.
Il completamento del secondo stralcio del “Grande Bailo”, dopo un cantiere durato 420 giorni (dal 4 novembre 2019 al 23 marzo 2022), è stato inaugurato, oggi venerdì 25 marzo, con il taglio del nastro da parte del sindaco Mario Conte insieme all’assessore ai lavori pubblici Sandro Zampese e alla referente della cultura Lavinia Colonna Preti, con la benedizione della rinnovata ala espositiva da parte di don Paolo Barison in rappresentanza del vescovo di Treviso.
L’intervento è stato portato a termine con una spesa complessiva di 3.300.000 euro (tutte risorse proprie del Comune). Ha riguardato il radicale restauro conservativo del chiostro nord dell’antico convento e le sale che fanno parte di questa ala, distribuite su due piani ed ora ampliate, dotate di nuovi impianti di riscaldamento e di moderne tecnologie per il controllo dell’umidità e della temperatura, abbinate ad un migliore ricambio d’aria, alla rilevazione dei fumi, all’installazione di dotazioni antincendio e di videosorveglianza, nonché impianti per la trasmissione dati e il miglioramento della illuminazione. Inoltre è stato determinante il consolidamento strutturale, di cui necessitavano particolarmente le sale al primo piano.
Come ha sottolineato l’assessore Zampese, si tratta di un completamento senza cesure, che dialoga perfettamente con quanto già fatto con il primo stralcio del “Grande Bailo”, che dal 2010 al 2015 riguardò il chiostro sud del museo, con il recupero dei nuovi spazi dove sono in corso le mostre attuali (tra cui quella dedicata dalla Divina Commedia di Dante Alighieri).
L’attenzione del team di progettisti è stata quella di mantenere un carattere unitario, a cui dovrà collegarsi in futuro l’ultimo passaggio necessario a chiudere il cerchio: il terzo cantiere per restaurare la parte chiamata “addizionale Carlini”, dal nome dell’architetto che disegnò il prolungamento del “Museo Trivigiano” voluto dall’abate Bailo con la costruzione di un edificio sul fronte est di viale Caccianiga. La composita facciata nord è un singolare miscuglio di stili architettonici, che rappresentano le varie “età” di Treviso: la casa medievale, la rinascimentale, la gotica trevigiana e la gotica veneziana.
Per la ristrutturazione della facciata nord, del giardino prospicente, delle due sale da adibire ad uffici, già in corso di progettazione, la giunta Conte intende ricorrere ai fondi stanziati dal Pnrr e presenterà la candidatura della proposta al bando del Mibact. Ci sono volute tre amministrazioni comunali per arrivare all’odierno taglio del nastro del secondo stralcio, che segue il primo intervento concluso sette anni fa (i due stralci sono costati complessivamente 8 milioni di euro).
“Ringrazio sia il sindaco Giovanni Manildo, che i sindaci Gian Paolo Gobbo e Giancarlo Gentilini, perché questo progetto ha visto protagoniste tante amministrazioni, con magari colori politici diversi ma dagli obiettivi comuni – ha detto Mario Conte, – La progettazione del secondo stralcio nasce da un accordo stretto da Manildo con la ditta Arper di Monastier che ha sponsorizzato la progettazione dell’intervento. Ringrazio in particolare il suo presidente Claudio Feltrin per la generosità nei confronti della città”.
La giunta Conte aveva ripreso in mano, dall’inizio del suo mandato nel 2018, il completamento del “Grande Bailo”, ritenendolo strategico per attuare gli importanti eventi prospettati dall’assessorato alla Cultura. La squadra che ha portato al traguardo l’opera ha visto tante collaborazioni nelle fasi progettuali ed esecutive: la Arper che ha sostenuto l’opera, la Soprintendenza ai beni artistici e storici che ha “vigilato” sulla parte conservativa, lo studio Mas e l’architetto Carlo Rapposelli, la ditta Lares per i restauri, Gianluca Sampieri del settore Lavori Pubblici del Comune che ha seguito la direzione lavori, ottenendo un risparmio di 100 mila euro che saranno riutilizzati per consolidare le volte di un’altra sala museale. Un pensiero di gratitudine, per il reperimento delle risorse economiche, è stato rivolto dal primo cittadino alla memoria dell’ex assessore alla cultura e consigliere comunale Vittorio Zanini, scomparso nel 2021, poiché molto si era speso per il rinnovamento del museo.
“Il Grande Bailo è un patrimonio della nostra città, che deve essere valorizzato come contenitore e come spazio culturale, oggi restituito alla comunità, dalle potenzialità incredibili“, ha detto il sindaco Conte alla platea di ospiti e giornalisti riuniti nella sala nord del secondo chiostro, al primo piano, che ospiterà le mostre temporanee e in cui sono emerse le “sorprese” più significative, legate all’idea che aveva Luigi Bailo di un museo. Infatti, sono stati scoperti e restaurati preziosi fregi murali che decorano la sommità di una parete. Affreschi che l’abate staccò da alcuni edifici della città per salvarli e ricollocarli con funzione decorativa nel museo, dando una idea di ciò che era la Urbs Picta. Oggi nella grande sala si leggono le iscrizioni “La storia si rivela anche nell’arte”, le due parti di fregi policromi provenienti dalle vecchie prigioni di piazza San Vito, demolite nel 1892, e i detti “L’industria si accoppi all’arte” e “Il bello in ogni sua forma educhi al bene”.
“Per solo amore della nostra città” è il pensiero dell’abate Bailo ripetuto più volte da Mario Conte nella presentazione del nuovo “gioiello”, le cui potenzialità espositive potranno essere saggiate con la prima mostra di livello nazionale già in corso di allestimento, “Canova Gloria Trevigiana” che verrà inaugurata sabato 14 maggio.
(Foto: Comune di Treviso).
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