Il “caso Levada” accende gli animi al consiglio comunale di Pederobba: interviene il vice segretario comunale

Da una parte chi voleva difendere la memoria storica del borgo di Levada, armato di fascicoli con diverse osservazioni, dall’altra chi, consapevole della delicatezza della questione e dell’impossibilità di trasformare il piccolo borgo in una meta turistica, era conscio della difficoltà di poter cambiare lo stato di fatto delle cose: questi i due “schieramenti” che si sono visti ieri, giovedì 25 luglio 2019, durante la seduta del consiglio comunale di Pederobba.

Mentre si discuteva del terzo punto all’ordine del giorno, l’approvazione della variante numero 6 al piano degli interventi adottata con delibera di consiglio comunale numero 44 del 22 ottobre 2018, gli animi in consiglio comunale si sono scaldati proprio quando si è toccata la questione del borgo di Levada e della possibile demolizione di una storica casa rurale (nella foto).

L’immobile in questione è una casa colonica di tre piani con a fianco un fienile e un’ampia aia antistante. Per questa struttura, presente addirittura nel Catasto Napoleonico e molto cara ai paesaggisti locali e ai cultori della memoria storica di Pederobba, c’è un progetto di demolizione e ricostruzione che è stato presentato in municipio. La questione non è nuova ma la discussione di ieri ha dimostrato come sia uno degli argomenti che, insieme alle tematiche ambientali, stanno tenendo viva la dialettica politica nel piccolo Comune ai piedi del Monfenera.

La casa rurale, ormai disabitata da tempo, è stata acquistata da un privato che ha presentato un progetto di demolizione e di ricostruzione in Comune, essendo anche disposto a vendere l’immobile in caso di offerte interessanti.

“Con rammarico esprimiamo questo voto – ha dichiarato Luciano Fastro, capogruppo di minoranza in consiglio comunale a Pederobba – ma siamo sempre disponibili a confrontarci per portare al tavolo delle discussioni tutti i portatori di interesse per conservare i nostri beni storici che non sono solo quelli materiali ma anche i valori che questo territorio esprime. La mia lista, “il Bene in Comune”, aveva fatto una proposta per il recupero dei centri storici come il borgo di Levada”.

“Ciò che ho proposto – ha replicato il primo cittadino di Pederobba, Marco Turato – era di mettere in sicurezza i pedoni che transitano in quella località. Le testimonianze storiche del nostro Comune sono tante e la storicità di quella località era già stata rovinata da alcune costruzioni edificate in quella zona”.

“Levada – ha proseguito il sindaco Turato – viene paragonata a certi importanti centri storici vicini ma non è proprio così. Facciamo fatica ad immaginare che possa diventare una meta turistica capace di attrarre tante persone. È difficile anche trovare chi possa investire in certi immobili”.

“Noi teniamo alla sicurezza dei cittadini e dei pedoni – ha concluso Turato – perché con il tempo la staticità dell’immobile sarà sempre più compromessa. La maggioranza dei cittadini di Pederobba è dalla nostra parte: i risultati delle elezioni amministrative sono stati chiari. La proprietà si è resa disponibile alla vendita dell’immobile: se qualcuno ha la possibilità si faccia avanti perché non è possibile realizzare delle idee con il portafoglio altrui”.

Chiuso l’intervento del sindaco di Pederobba, alcune persone che stavano assistendo al consiglio comunale hanno iniziato a contestarlo alzando i toni perché, secondo il loro punto di vista, avrebbe respinto le osservazioni aprendo le porte alla demolizione della struttura, senza la necessità di una valutazione storica, nonostante i fabbricati fossero presenti nel Catasto Napoleonico rappresentando il centro del borgo.

A quel punto, è dovuto intervenire il vice segretario comunale a placare gli animi, specificando che, anche se la seduta del consiglio comunale è pubblica, in caso di altri interventi non autorizzati, posti in essere non da consiglieri comunali, sarebbe stato costretto a far uscire il pubblico dalla sala consiliare.

Il “caso Levada” continuerà a far discutere e anche oggi, in una pagina social di un cittadino di Pederobba, si legge: “Forse il sindaco dimentica che è il sindaco anche di quel pubblico che era lì non per politica ma per amore sincero di questo territorio. Lo comprovano le molte iniziative culturali, sulle quali hanno lavorato anche persone di quel pubblico, che hanno fatto assaggiare a questo luogo un po’ di gloria, nella cornice di case, stalle e fienili, vera storia materiale del Veneto contadino”.

(Fonte: Andrea Berton © Qdpnews.it).
(Foto: Facebook).
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