La grande corsa attraverso le dolomiti è terminata in un modo straordinario. Partiti da Sarmede dalle 8.30 di Venerdì 5, gli atleti di Ultracycling Dolomitica hanno raggiunto le 16 vette alpine e dolomitiche, con non poche difficoltà. Il primo ad arrivare al traguardo è stato Mattia De Marchi, bissando il successo della precedente edizione. Ha percorso i 685 km della corsa con 16000 metri di dislivello nel tempo di 29 ore e 31 minuti. Al secondo posto il campione austriaco Eduard Fuchs, davanti a Rodney Sonnco, atleta peruviano.
L’escursione termica della gara è stata fuori dal comune, il caldo del Monte Grappa, e l’assenza di acqua ha fatto la differenza: il comitato organizzativo diretto dal presidente di Ultracycling Italia Roberto Picco, ha cercato di sostenere gli atleti dando loro acqua sui punti più critici, con tutto lo staff dei collaboratori. La tempesta che alcuni atleti hanno incontrato nella sera-notte, ha costretto al ritiro molti di loro.
Alle time stations Viaggi Prealpi oltre a Pierluigi Pasquot, ex responsabile della Croce Rossa anche Rosi Dal Bianco, volontaria, per cercare di valutare dal punto di vista fisico la condizione degli uomini sul percorso. Mentre il giudice Ultracycling Italia Adriano Pizzinat con Laura Zampatti per la gestione dei tempi degli atleti, non hanno dormito nemmeno 5 minuti, come non lo hanno fatto nemmeno gli atleti, come anche la responsabile media Camilla Pini, a raccontare con immagini e dirette Facebook questa corsa epica.
Tra i Self Supported under 50 trionfa Andrea Muraro in 31h 43m conquistando così la maglia di campione nazionale Acsi, davanti ad Adam Bialek e Martin Moser, che ad un passo dal ritiro ha onorato la corsa con tutto quello che aveva, conquistando il podio con le unghie e con i denti. Il lupo della Majella Edoardo d’Orsogna conquista la maglia di campione nazionale Acsi over 50, davanti a Claudio Giuliano, vecchia conoscenza della Dolomitica, lui che aveva già partecipato all’edizione d’esordio. Tra i self supported Over 50, Trionfa Luciano Zattra, davanti a Thomas Stindl.
Nella categoria Team 2, sul gradino più alto del podio Iryna Bukhanska e Giovanni Colò, Denis Cestaro e Daniele Brunello precedono Carlo Brussa e Gianluca Maccarone.
Il team Eagles del crew chief Mario Ulian conclude in modo esemplare, migliorando il tempo della precedente edizione, Rudy Fattorel, Diego Luccon, Simone Perin e Andrea Tomasella hanno corso per dimostrare ai propri figli che l’unione di un gruppo può spianare le montagne.
La Dolomitica 380 ha visto, per la categoria self supported, la vittoria di Giacomo Palazzi, davanti a Gabrio Santin, ormai leggenda della Dolomitica, Michele Verdoja chiude il podio con una prestazione di tutto rilievo. Sempre per la Dolomitica 380 con ammiraglia al seguito vince Andrea Della Giustina davanti a Marco Chin.
Silvia Nissle commossa al traguardo vince la 380, mentre il team 2 Composto da Claudia Cavalcante e Gianluca Catignani dal Brasile vincono nella categoria team 2.
La Pro Loco e l’amministrazione comunale di Sarmede hanno dato il massimo per la riuscita, insieme al gruppo Sarmede Moped di Dario De Bastiani. Il direttore Roberto Picco ringrazia tutti i volontari che hanno sostenuto questa avventura. “Un ringraziamento particolare – dice – al mio vice presidente Paolo Laureti. Sono persone di cui ho estrema riconoscenza, perchè tutto questo, anche gli eventi benefici di contorno, non sarebbero possibili. Sarmede è il paese delle fiabe e qui ogni anno ne nascono diverse da raccontare, fatte di eroi e di ciclismo epico”.
Il sindaco Larry Pizzol ha più volte ribadito l’orgoglio del comune di Sarmede di dare lo start a questa corsa, che dedicata a Vito Favero, grande campione locale, ci ricorda quanto come sport, quanto nella vita, con la volontà si riescono a raggiungere traguardi inimmaginabili.
Ultracycling Italia continua nel progetto di Luca Viol per la raccolta di fondi per l’acquisto di defibrillatori da donare alle salite della Dolomitica, essendo uno sport dal grande cuore.
(Fonte: redazione Qdpnews.it).
(Foto: Ultracycling Dolomitica).
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