Non solo a Conegliano, ma su tutto il territorio nazionale si è svolto lo scorso venerdì 21 giugno lo sciopero della Polizia locale: gli agenti hanno infatti incrociato le braccia su iniziativa dei sindacati di categoria Csa, Cisal e Ospol con l’obiettivo di richiedere il riconoscimento di alcune condizioni contrattuali di tutela.
Lo sciopero ha riguardato l’intera giornata di venerdì, tutti i turni di servizio ricompresi e ricadenti nel giorno antecedente e successivo al 21 giugno, ma rientranti nel turno della prestazione lavorativa di quella giornata, con blocco dello straordinario.
Anche a Conegliano c’è stata un’adesione allo sciopero, a poco tempo dalla firma della convenzione della gestione associata dei servizi di Polizia locale tra il Comune stesso di Conegliano – capofila del progetto – e le amministrazioni di Mareno di Piave, Santa Lucia di Piave, San Pietro di Feletto e Susegana: in sostanza i Vigili urbani che operavano nelle singole realtà comunali, sono divenuti di fatto dipendenti dell’amministrazione coneglianese e i Comuni più piccoli dovranno contribuire a questa forma di collaborazione, versando una percentuale di costi calcolata in base alla propria ampiezza territoriale.
Un progetto nato per ottimizzare le spese, specie per i Comuni più piccoli, ma che fin dal principio non aveva molto convinto la minoranza, dubbiosa sull’effettiva possibilità per circa 36 agenti di controllare una superficie territoriale così ampia, così come espresso nel consiglio comunale a Conegliano dello scorso 18 aprile da Alberto Ferraresi e Alessandro Bortoluzzi, capigruppo rispettivamente del Movimento 5 Stelle e del Partito Democratico.
“Capisco il motivo dello sciopero – ha dichiarato il sindaco di Conegliano Fabio Chies – perché i contratti degli agenti sono fermi dal 1985 e vogliono che vengano equiparati a quelli delle altre Forze dell’Ordine. Sicuramente è una cosa che ha un senso”.
(Fonte: Arianna Ceschin © Qdpnews.it).
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