Pederobba, Tony Fastro colpisce ancora e “sveglia la natura” al suono dei suoi campanacci. Festeggiamenti per il “Capodanno Veneto”

Ormai i pederobbesi sono abituati: ogni 1° marzo, intorno alle ore 6 del mattino, Tony Fastro gira per le strade del paese con i suoi campanacci per svegliare la natura dal lungo letargo invernale.

Una tradizione che è andata avanti anche nel periodo della pandemia durante la quale Tony, indossando la sua mascherina, ha continuato con determinazione la sua missione.
Sono in tanti a Pederobba ad aspettare questo momento e c’è addirittura chi mette la sveglia per farsi trovare pronto all’arrivo del signor Fastro che, con tutto il rumore che fa, non passa certo inosservato.

“È passato un altro anno – ha affermato oggi Tony alla fine del suo giro per le vie di Pederobba chiacchierando con l’amico Franco – Speriamo che don Paolo, con tutti i lavori che facciamo in chiesa, faccia un’Ave Maria per noi così ci ritroveremo qui anche il prossimo anno. Intanto teniamo duro: ora vado a trovare la Pederiva (la moglie) per vedere se mi ha tagliato due fette di soppressa”.

La moglie Lucia, con la quale nel 2020 aveva festeggiato 50 anni di matrimonio, ha sempre dimostrato di avere una grande pazienza, reggendo il gioco del marito con la sua indispensabile autoironia.

“A me piace scherzare ma questa mattina il pensiero è andato alla guerra in Ucraina – continua Tony -, anche se è distante è impossibile far finta che non ci sia. A differenza degli anni precedenti, oggi i bambini non dovevano andare a scuola e tanti sono rimasti a dormire. Qualcuno, come il buon Franco, si è svegliato per aspettarmi e questo mi fa sempre piacere. Fortunatamente il Covid sembra che se ne stia andando e speriamo di poter tornare presto a fare quello che facevamo prima”.

Il 1° marzo non inizia sicuramente la primavera, ma molti veneti hanno festeggiato simbolicamente il “Capodanno Veneto”.

“In Veneto – spiega il presidente della Regione Luca Zaia -, all’epoca della Serenissima, il Capodanno non era il primo di gennaio ma il primo di marzo. Questa tradizione ha origini antiche: furono i romani, stabilendo la divisione dell’anno, a farlo iniziare oggi, dedicando l’intero mese a Marte, dio della guerra”.

I festeggiamenti in Veneto, in questo periodo, prendono il nome di ‘Bati Marso’ – conclude – La festa del ‘bati marso’ si svolgeva appunto negli ultimi giorni dell’anno, e prevedeva di andare in giro per strade e piazze battendo su pentole, coperchi e altri strumenti rumorosi, facendo confusione per far scappare l’inverno e propiziarsi la primavera nella quale si dava avvio ai lavori agricoli. Bon cao de ano, Veneti!”

(Foto: Facebook).
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