Soccorsa dal 118 che aveva chiamato dopo un incidente una signora dopo essere stata curata in ospedale è stata contattata da alcune società di servizi infortunistici che le hanno proposto a loro dire vantaggiose iniziative per essere indennizzata: ma il particolare curioso, e inquietante, è che è stata chiamata al cellulare il cui numero non avrebbe dovuto essere noto a queste pseudo agenzie, le quali oltre al numero avevano in mano dati riservati e sulla salute che secondo l’avvocato a cui si è rivolta, offesa nella privacy, non dovevano avere.
E sul proprio profilo il legale è stato sferzante, ottenendo l’approvazione unanime: “Qualcuno ora dovrà rispondere della violazione dei dati personali, basta con questi sciacallaggi”. Da qui una lettera a tutti gli operatori che sono stati interessati e che hanno avuto parte a diverso titolo della vicenda, dal momento dell’incidente, in cui viene chiesto conto dei comportamenti tenuti: sono infatti almeno due le società nel trevigiano, concorrenti tra loro, che pare abbiano avuto la “soffiata” .
“E’ evidente che da qualche parte c’è stata una falla e qualche gola profonda ha dato le coordinate per contattare la mia cliente, che non ha lasciato perdere, ma si è preoccupata per una semplice questione di privacy. Non si tratta solo del telefono ma di dati sensibili, relativi alla sua salute. Così non si fa”.
La signora non aveva dato e autorizzato nessuno a fornire il numero di telefono, tantomeno ad estranei come i due enti diversi che l’hanno contattata e al corrente di quanto accaduto. “E’ gravissimo che vengano carpiti ed escano dati della sfera della privacy da strutture pubbliche – dice il legale-. Ho scritto la lettera per dovere civico: che si sappia cosa avviene e che ci facciano sapere cosa vogliono fare”.
(Fonte: Redazione Qdpnews.it).
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