Rincaro dei costi, l’analisi di Coldiretti: “Costa più la bottiglia del pomodoro contenuto”

“Abbiamo voluto fare un esempio per far comprendere ai consumatori in che situazioni di pericolo si trova la loro agricoltura, quella vicino a casa, quella che garantisce l’origine del cibo – sottolinea preoccupato Giorgio Polegato, presidente di Coldiretti Treviso – Con il rincaro dei costi energetici che si trasferisce sui costi di produzione nella filiera agroalimentare come quello per gli imballaggi, si paga più la bottiglia che il pomodoro in essa contenuto“.

Coldiretti propone un’analisi in occasione della diffusione dei dati Istat sull’inflazione a gennaio, che evidenziano un aumento del 4,8% con un balzo del 38,6% per l’energia e del 3,6% per gli alimentari.

“Il boom delle quotazioni per i prodotti energetici e le materie prime si riflette – sottolinea Coldiretti – sui costi di produzione del cibo ma anche su quelli di confezionamento, dalla plastica per i vasetti all’acciaio per i barattoli, dal vetro per i vasetti fino al legno per i pallet da trasporti e alla carta per le etichette dei prodotti che incidono su diverse filiere, dalle confezioni di latte, alle bottiglie per olio, succhi e passate, alle retine per gli agrumi ai barattoli smaltati per i legumi”.

Il risultato è che, ad esempio, in una bottiglia di passata di pomodoro da 700 ml in vendita mediamente a 1,3 euro. oltre la metà del valore (53%), secondo Coldiretti, è il margine della distribuzione commerciale con le promozioni, il 18% sono i costi di produzione industriali, il 10% è il costo della bottiglia, l’8% è il valore riconosciuto al pomodoro, il 6% ai trasporti, il 3% al tappo e all’etichetta e il 2% per la pubblicità.

Se i prezzi per le famiglie corrono, i compensi riconosciuti agli agricoltori e agli allevatori – denuncia Coldiretti – non riescono neanche a coprire i costi di produzione con il balzo dei beni energetici che si trasferisce infatti a valanga sui bilanci delle imprese agricole costrette a vendere sottocosto anche per effetto di pratiche sleali che scaricano sull’anello più debole della filiera gli oneri delle promozioni commerciali”.

Per ogni euro speso dai consumatori in prodotti alimentari freschi e trasformati, appena 15 centesimi vanno in media agli agricoltori, ma se si considerano i soli prodotti trasformati la remunerazione nelle campagne scende addirittura ad appena 6 centesimi, secondo un’analisi Coldiretti su dati Ismea.

“Questa analisi non è una barzelletta, ma la tremenda realtà” conclude Polegato.

(Foto: archivio Qdpnews.it).
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