“Un segno di riconoscenza” è stata definita l’intitolazione dell’area di Osservazione breve intensiva (Obi) del Pronto soccorso di Conegliano a Savino Ghiro, primario dell’ospedale della città del Cima dal 1970 al 1988, – scomparso il 25 aprile 2018 all’età di 95 anni – avvenuta nella tarda mattinata di ieri, venerdì 3 maggio.
Una targa posta per ricordare la passione e l’umanità di un professionista ideatore dello stesso pronto soccorso a Conegliano. Ma non è stato l’unico progetto realizzato dal medico: fondatore dell’associazione Lotta contro i tumori “Renzo e Pia Fiorot” di San Fior, ha dato il via alla Sezione triveneta della Società italiana di medicina d’urgenza, mentre nel 1971 ha fondato la prima Sezione italiana dell’Associazione italiana soccorritori, seguita nel 1977 dal consultorio familiare in via Caronelli a Conegliano.
Impegno e passione riconosciuti nel 2009 con il conferimento del prestigioso Premio Civilitas della città del Cima. Ghiro è stato, inoltre, medico in diverse società sportive di calcio e ha fatto parte della Commissione nazionale medico sportiva sia della Federazione italiana giuoco calcio (Figc) sia della Federazione ciclistica italiana (Fci).
“Abbiamo voluto dare un segno tangibile della nostra riconoscenza, – ha dichiarato il sindaco di Conegliano Fabio Chies – dedicandogli una sala dove per molto tempo ha dato molto alla città, soprattutto da un punto di vista umano. Si tratta della figura di un grande primario che ha lavorato molto e ha lasciato il segno. Per la città è importante ricordarlo”.
“Per noi è un onore. – ha commentato Francesco Benazzi, direttore generale dell’Ulss2 – Lui è stato un pioniere della sanità moderna inventando il pronto soccorso a Conegliano, un esempio della sanità futura, di quella sanità che, a dispetto delle polemiche sollevate da una Cgil politicizzata, fornisce delle risposte ai cittadini”.
E proprio sulla sanità veneta anche il governatore del Veneto Luca Zaia ha colto l’occasione di esprimersi, dopo aver ricordato la figura di Ghiro: “Una volta non esisteva il pronto soccorso e poi, grazie a questo primario, è iniziata tale esperienza. Ci piace ricordare colui che ha inventato il pronto soccorso. Come diceva il poeta Ugo Foscolo, chi vuole garantirsi l’immortalità deve fare grandi cose e Ghiro se l’è garantita”.
“Sulla sanità veneta, il tema sono le scuole di specializzazione, – ha puntualizzato il governatore del Veneto – in quanto servono più posti dove specializzare. Una volta specializzati, questi medici vanno sul mercato globale e non è che 500 escono e 500 vengono assunti dal Veneto. Magari, magari fosse così, perché ora vengono a mancare delle professionalità strategiche”.
“Il sistema funziona. Si può migliorare, – ha aggiunto Zaia – ma vorrei che si guardasse indietro e verso qualche altra Regione, facendo un confronto con la sanità veneta. Mancano in Italia 56 mila medici, dei quali 1.300 in Veneto: non ci sono non perché la Regione non vuole assumerli, ma perché è difficile trovarli. Non ci deve essere assolutamente l’idea di una Regione che dorme, mentre gli ospedali si spopolano. I medici sono preziosi e li difendiamo sempre, ma voglio ricordare come la sanità in Veneto significhi 68 ospedali, 80 milioni di prestazioni sanitarie erogate ogni anno, oltre 50 mila dipendenti e 2 milioni di accessi al pronto soccorso. Parlar male della sanità del Veneto, vuol dire far danni alla sanità del Veneto”.
Presenti alla cerimonia anche la moglie di Ghiro, Carla Montorsi, – assieme ai figli Giovanni, Paola e Stefano – la quale, con una certa commozione, ha ringraziato “tutta l’Ulss, gli amici e i colleghi”. “Ringrazio anche mio marito Savino – ha dichiarato Carla Montorsi – per l’esempio dato. Ringrazio mio marito, perché mio figlio Stefano ne ha seguito le orme come medico”.
Tante le persone accorse per presenziare alla cerimonia, non solo medici, ma anche rappresentanti di enti e associazioni, tra cui Marco Zabotti, direttore dell’istituto diocesano “Beato Toniolo” di Pieve di Soligo, che a nome dell’istituto stesso ha ricordato con gratitudine l’impegno profuso dall’ex primario. Grazie alla targa installata nel pronto soccorso di Conegliano, è evidente come il nome di Savino Ghiro sia destinato a rimanere intatto nel tempo.
(Fonte: Arianna Ceschin © Qdpnews.it).
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