“Vogliamo tutti un’Italia ad una velocità, ma non possiamo raggiungere questo risultato azzoppando le amministrazioni che risultano avere visioni, progetti e capacità di investimento.
I Comuni veneti hanno le stesse esigenze degli altri. Vogliamo un Paese meritocratico”: queste parole sono state pronunciate qualche giorno fa da Mario Conte, sindaco di Treviso e presidente di Anci Veneto, per commentare i dati sui finanziamenti per la rigenerazione urbana.
Per fare qualche esempio, in Campania sono 79 i Comuni finanziati con 489.098.634,75 euro, in Sicilia 60 (423.222.863,4 euro), in Puglia 59 (399.123.046,2 euro), nel Lazio 53 (336.856.269,8 euro) mentre in Veneto solo 7 Comuni hanno ottenuto il finanziamento (30.725.595 euro).
“Servono criteri equi che tengano conto delle esigenze di tutti per un’Italia (finalmente) ad una velocità – aveva sottolineato Conte – I Comuni del Veneto chiedono di essere considerati e non azzoppati dalle graduatorie. Una battaglia, questa, che porteremo avanti con tutte le forze che abbiamo”.
La Lega si è fatta portavoce di questa battaglia e ieri ha presentato una mozione per chiedere al Governo italiano il finanziamento di tutti i progetti rimasti esclusi dai fondi Pnrr, rivedendo i criteri di assegnazione e di allocazione ritenuti iniqui per i Comuni del Nord (in particolare l’indice di vulnerabilità sociale).
La mozione è stata condivisa da molti amministratori veneti, che ritengono che i Comuni del Nord abbiano subìto una palese discriminazione rispetto alle realtà del Sud.
“La Lega ha presentato la prima mozione in assoluto del 2022 – si legge in una nota del deputato della Lega Massimiliano Bitonci (primo firmatario della mozione), del capogruppo alla Camera Riccardo Molinari, del commissario della Lega in Veneto Alberto Stefani e dei parlamentari veneti della Lega – Un atto dovuto per permettere ai Comuni inizialmente esclusi dalla graduatoria della misura di rigenerazione urbana di avere una seconda chance”.
“Chiediamo al governo di integrare le risorse disponibili per finanziare tutti i progetti ammissibili – continuano -, senza distinzione geografica, cancellando il criterio di vulnerabilità Istat che ha penalizzato soprattutto i Comuni del Nord. Un investimento del tutto alla portata delle casse nazionali, un aiuto ai sindaci più virtuosi che sono in prima linea contro la pandemia sanitaria che sta anestetizzando la nostra economia. Una battaglia condivisa anche da Anci Veneto e dal suo presidente Mario Conte che i parlamentari porteranno fino in fondo alla Camera e al Senato”.
Conte si è confrontato anche con il ministro Maria Stella Gelmini: “Ieri ho incontrato il ministro per un confronto sul bando per la rigenerazione urbana che ha visto i Comuni Veneti non solo penalizzati ma umiliati e cancellati. Ringrazio il ministro per l’attenzione dimostrata nei confronti dei sindaci del Veneto, non era scontato perché venire in un territorio ferito e in fibrillazione è sempre complicato, ma come sempre gli amministratori di questa regione si sono posti in modo costruttivo e collaborativo“.
Ora è necessario risolvere il problema prima di arrivare all’elezione del Presidente della Repubblica che potrebbe creare una fase di turbolenze ed instabilità governativa che non facilita le scelte. Siamo fiduciosi che saranno trovati i 900 milioni necessari per scorrere la graduatoria e finanziare i progetti ammessi ma senza copertura”.
Nonostante queste spaccature tra Nord e Sud, l’Italia ha bisogno di unità perché, oltre al Covid, ci sono molte altre sfide che attendono il nostro Paese che si prepara all’elezione del nuovo Capo dello Stato.
Lunedì 24 gennaio, alle ore 15, i parlamentari italiani si riuniranno in seduta comune, con la partecipazione dei delegati regionali, per eleggere il Presidente della Repubblica.
Alcuni nomi, come quello dell’ex presidente del Consiglio Silvio Berlusconi o quello dell’attuale premier Mario Draghi, circolano da settimane ma nulla è ancora stato deciso e le mosse politiche delle prossime ore potrebbero rivelarsi determinanti.
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