Si potranno ammirare fino a domenica 14 aprile 2019, negli spazi di Villa Brandolini a Solighetto, circa 200 opere di una suggestiva esposizione di arte tribale africana, con pezzi provenienti da diversi paesi dell’area subsahariana, grazie all’impegno e alla passione del collezionista Mario Da Re, che ha curato l’allestimento. Tanti i paesi africani rappresentati: Benin, Burkina Faso, Camerun, Costa d’Avorio, Gabon, Mali, Guinea, Liberia, Repubblica Democratica del Congo, Niger, Nigeria e Togo.
L’esposizione di questi reperti africani è stata organizzata dall’Associazione VenetoArte di Vittorio Veneto ed è stata realizzata grazie al contributo del Comune di Pieve di Soligo. Questa mostra ha come scopo quello di aprire una piccola finestra sul continente africano per avviare una conoscenza, sia pur parziale, della cultura e delle tradizioni dei tanti cittadini africani che per diverse ragioni e per svariati motivi sono giunti in Europa.
Tra maschere, sculture, oggetti utilizzati per riti religiosi o civili e manufatti dalle forme bizzarre, assolutamente agli antipodi rispetto ai canoni classici dell’arte occidentale, il visitatore avrà la possibilità di immergersi in un mondo che non è stato penetrato a sufficienza e che, ad un primo impatto, può scatenare reazioni di paura, sconcerto o totale attrazione.
Tra i vari pannelli esposti lungo il percorso della mostra colpisce quello che riporta una riflessione di Jaques Kerchache, collezionista specializzato in arti primitive: “Al cospetto della cultura africana va abbandonata la paura di essere profani, ci si deve lasciare catturare dal suo fascino. Bisogna avvicinarla, frequentarla, appropriarsene, amarla, bisogna offrirle il proprio tempo, aprirle la propria sensualità e i propri sogni, consegnarle la propria morte, le proprie inibizioni, riscoprire in sé altri universi, dissacrare fermamente senza viltà e senza respingerle le sue fonti culturali. Strapparsi le bende dagli occhi e lasciarsi andare al piacere, lasciarsi prendere dalla magia”.
“Questa mia passione per l’arte africana – ha spiegato il curatore Mario Da Re – nasce da una tradizione di famiglia e dai racconti del fratello di mia mamma. Circa 40 anni fa ho cercato di sviluppare questo interesse per l’artigianato e per la cultura africana, iniziando a collezionare vari pezzi. Il mio approccio non si limita al piacere per l’aspetto estetico del manufatto. Quello che mi ha sempre colpito è la capacità di interpretazione dello “spirito del sacro”, insito in questi oggetti”.
“L’artigianato e l’arte dell’Africa – conclude Mario Da Re – vengono concepiti anche come mezzo di difesa e di tutela rispetto agli eventi della natura che hanno sempre sconvolto il continente africano. L’uomo aveva bisogno di entrare in contatto con la natura e l’arte poteva essere un mezzo di intercessione tra gli spiriti e le forze della natura. Davanti a queste opere non si può rimanere indifferenti perché scatenano dentro di noi delle sensazioni molto forti”.
Gli orari della mostra, che è ad ingresso libero, sono i seguenti: il venerdì dalle ore 17 alle ore 19; il sabato dalle ore 15.30 alle ore 19 e la domenica dalle ore 10 alle 12.30 e dalle 15.30 alle 19.
(Fonte: Andrea Berton © Qdpnews.it).
(Foto: Andrea Berton).
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