Treviso, ieri il sì all’ampliamento del Liceo artistico dopo 30 anni di attesa: 14 nuove aule e laboratori, operazione da 6 milioni di euro

L’ampliamento del liceo artistico di Treviso è atteso da trent’anni. Da quindici l’immobile adiacente, le ex Poste ed ex Catasto, è vuoto e abbandonato. Finalmente si può cominciare a ristudiare quell’angolo del centro storico perché la Provincia ha avviato l’iter per l’acquisizione del palazzo ed entro tre anni (intoppi e burocrazia permettendo) l’istituto avrà 14 nuove aule e laboratori.

Il Sant’Artemio ha ottenuto dal Demanio, proprietario dell’immobile, l’autorizzazione a procedere con indagini sismiche e studi di fattibilità. L’operazione vale sei milioni di euro e andrà a restaurare un edificio di 1.800 metri quadrati e tre piani.



La parte economica è quella che preoccupa meno il presidente della Provincia Stefano Marcon: “Abbiamo proposto al Demanio uno scambio con l’edificio denominato Alloggio del comando dei carabinieri in va Bailo, abbiamo venduto l’ex provveditorato agli studi, possiamo partecipare a bandi e accedere a finanziamenti per reperire il resto della cifra”.

Attualmente il liceo artistico di Treviso si divide fra la sede centrale, una in via Tolpada e una in via dei Mille, a disposizione dei circa 900 studenti fra quelli della formazione giornaliera e i corsi serali. Si spostano per frequentare lezioni e laboratori pratici ma gli spazi sono troppo stretti: la pandemia Covid ha costretto tutti a ripensare le distanze all’interno delle classi e, visto l’aumento di iscrizioni degli ultimi anni, c’è bisogno di allargarsi.

Ierir la preside Sandra Messina ha sottolineato di aver dovuto rifiutare domande di iscrizione anche quest’anno, ma le cose potrebbero cambiare presto se in tre anni sarà a disposizione quell’edificio abbandonato, già fisicamente inserito nel contesto del liceo, a due passi dai musei civici di Santa Caterina.

Gli studenti hanno chiesto di poter essere parte del processo di studio della nuova ala del loro liceo: studiano architettura, design, scultura, arte, e sono i primi ad essere interessati al funzionamento di questo progetto. Marcon ha aperto le porte: “La loro collaborazione nella progettazione sarà molto utile”.

Il piano di riqualificazione soddisfa sia la Provincia sia il Comune di Treviso perché sarà recuperato e utilizzato uno dei tanti “buchi neri” del centro storico: un immobile abbandonato e inutilizzato riprenderà vita grazie ai ragazzi, ampliando le possibilità di studiare insieme e formare i cittadini di domani.

All’annuncio dei primi lavori di analisi sulle ex Poste erano presenti anche la dirigente dell’ufficio scolastico provinciale, Barbara Sardella, il consigliere comunale Giancarlo Da Tos e l’assessore alla scuola Silvia Nizzetto, ex studentessa dell’artistico: “Un sogno che si avvera e un traguardo dopo quarant’anni. Il dialogo fra enti si è rivelato la formula vincente”.


(Foto: Provincia di Treviso).
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