Il Quartier del Piave in questi giorni sta vivendo un’esperienza particolare, forse sconvolgente per alcuni, visto il passato di tossicodipendenza e depressione di chi ne sta parlando, tanto più che indossa un saio francescano.
Per la terza volta, infatti, è arrivato a Farra di Soligo Antonio Salinaro, il frate di Taranto che ha abbandonato la droga per la veste marrone scelta da San Francesco quasi 800 anni fa. Un testimone atipico della fede che ha già raccontato la sua storia nelle scuole farresi, ai parrocchiani e ai cresimandi.
Una storia difficile, che nasce anche dall’essere figlio di una ragazza madre, la quale è stata raccontata nel mediometraggio “Dal nero al marrone” del regista Pino Lenti, trasmesso ieri, sabato 13 novembre, al Cinema Teatro Careni di Pieve di Soligo.
“Porto la mia esperienza in particolare tra i giovani – ha raccontato Fra Antonio ieri sera dopo la messa a Soligo – per affrontare ed interrogarsi su qualsiasi tipo di dipendenza e soprattutto su come gestire la nostra vita. Sicuramente il passato ci può condizionare ma il futuro lo possiamo e lo dobbiamo costruire noi. Dio ha riempito la mia vita ma prima ho scelto di risanarla con scelte decise perché la stavo distruggendo“.
“Penso che i giovani si rivoltino troppo nel passato e fatichino a guardare al futuro con serenità – ha proseguito il francescano di Taranto -. C’è sempre un’altra scelta, una scelta diversa dalle dipendenze, bisogna sentirsi importanti; con le dipendenze copri dei vuoti ma non affronti le difficoltà. È possibile viversi in maniera diversa senza distruggersi, bisogna saper guardare da un’altra parte. I giovani sono paurosi del futuro invece che fiduciosi, li invito sempre a non sprecate la propria vita e il proprio tempo”.
“È molto importante conoscersi bene e imparare a vivere anche le proprie paure e incomprensioni, le dipendenze spesso nascono da relazioni o situazioni che ci hanno ferito – ha continuato Salinaro -. Non dobbiamo mai dare il potere all’altro di farci del male e di diventare il condizionante della nostra vita. Spesso chi soffre di varie forme di dipendenza sono persone manipolabili, condizionabili e dunque fragili”.
“Nella mia vita ho aiutato tante persone ad uscire dalla tossicodipendenza, dalla ludopatia o da altre forme di dipendenza – ha concluso Fra Antonio – perché spesso molte persone guardano da un’unica parte, hanno i paraocchi, invece dobbiamo imparare tutti a viverci a pieno e a farci aiutare da chi può guidarci a guardare da un’altra parte senza paura di sbagliare e senza farci dominare dal potere negativo altrui”.
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