Censimento degli immobili occupati, da Santa Lucia il no di Szumski alla richiesta della prefettura

Risale allo scorso 14 gennaio la richiesta da parte della prefettura di Treviso, destinata a tutti i Comuni della provincia, di effettuare un censimento degli immobili arbitrariamente occupati.

“Un’immediata ricognizione – si legge nel documento firmato dal prefetto Maria Rosaria Laganà – di tutte le situazioni di abbandono di immobili che possono costituire, in base a concreti indici di rischio, motivo di preoccupazione sia sul piano dell’ordine e della sicurezza pubblica che su quello della tutela della pubblica e privata incolumità e delle condizioni igienico-sanitarie delle aree interessate”.

Un’indagine, che sempre secondo quanto diramato dalla prefettura, deve essere effettuata dagli organi di polizia locali e dagli uffici con le competenze in materia edilizia, urbanistica, ambientale e sociale dei singoli comuni entro e non oltre il prossimo 25 gennaio, per poter così inviare il materiale al ministero entro il 31 gennaio.

“Al mancato ricevimento della scheda entro il 25 gennaio – si legge infine nella circolare – sarà attribuito il significato di un riscontro negativo, cioè l’assenza nel territorio comunale di immobili a rischio di occupazione arbitraria”.

A ricevere la circolare anche il sindaco di Santa Lucia di Piave Riccardo Szumski, che nella giornata di ieri, lunedì 21 gennaio, ha scritto la sua puntuale risposta al prefetto Laganà: “Non posso fare a meno di esprimere, per l’ennesima volta, il mio stupore per la richiesta trasmessaci – scrive il sindaco – non tanto per l’oggetto, ma per l’assoluta ed ennesima dimostrazione di come si faccia finta di non sapere in che condizioni di complessiva sottodotazione organica versi il mio comune e più in generale quelli della provincia di Treviso”.

“Poca lungimiranza, misconoscenza del proprio multiforme territorio e un inefficace centralismo” avrebbero portato, secondo il primo cittadino, ad emanare provvedimenti studiati per le grandi città che poco tengono contro delle differenze con i casi dei piccoli comuni dove, come già più volte affermato, continui tagli mettono a dura prova i bilanci e dove, all’attribuzione di compiti aggiuntivi non corrispondono risorse adeguate.

Il nostro Comune non può avviare in poco tempo e nemmeno in più lungo tempo una ricognizione così come richiesta – conclude Szumski – Lo si potrebbe fare solo nel caso di un’attribuzione ad hoc di risorse finanziarie aggiuntive in grado di pagare una figura straordinaria per il tempo necessario da dedicare alla ricognizione richiesta”.

(Fonte: Giada Fornasier © Qdpnews.it).
(Foto: archivio Qdpnews.it).
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