La questione delle aree destinate ai piani per gli insediamenti produttivi (Pip) di Col San Martino e Soligo, le due zone zone industriali realizzate nel 1998 espropriando una quarantina di residenti, continua ad essere una spina nel fianco per il Comune di Farra di Soligo.
A confermarlo è il sindaco Giuseppe Nardi (nella foto) che ripercorrendo l’intricata vicenda ha voluto fare il punto sui prossimi appuntamenti giudiziari in programma per la fine del mese di gennaio.
Lunedì 28 gennaio 2019, infatti, è stabilita l’udienza per sbloccare la seconda ingiunzione di pignoramento che a dicembre aveva bloccato i conti della tesoreria comunale.
“Siamo fiduciosi in un esito positivo come già successo due anni fa – spiega Nardi – perchè il nostro impegno fino ad oggi è stato massimo per non sprecare nulla e per mettere da parte il più possibile”
Sarà poi l’udienza di ricorso in opposizione a tenere banco giovedì 31 gennaio 2019, dove sarà valutata la richiesta degli espropriati di stabilire un commissario “ad acta” che controlli la gestione dei conti dell’ente per evitare spese che invece potrebbero essere accantonate per ripagare il debito.
Un iter che fin da ora trova l’apertura dell’amministrazione comunale ad una mediazione. “I legali del Comune di Farra di Soligo – continua il sindaco Nardi – si sono già sentiti con quelli degli espropriati per sondare la possibilità di trovare un accordo che possa liquidare il debito nel giro di pochi mesi, abbassando la soglia posta in essere dalla Corte d’appello”.
Una cifra che sfiora gli 11 milioni di euro, soldi di cui, a detta del primo cittadino, il Comune non dispone nonostante tutti gli sforzi profusi finora. “Nell’ultimo anno abbiamo messo da parte quasi un milione di euro – sottolinea Nardi – e solo con l’eventuale compartecipazione dei lottizzati si può arrivare all’accordo”.
“C’è chi ci attacca chiedendosi come mai finora non si è mai cercata una mediazione – aggiunge il sindaco di Farra di Soligo – ma non considera che un Comune non può impegnare una somma di denaro pubblico prima della conclusione delle sentenze. Abbiamo perso, dobbiamo pagare e ora cerchiamo l’accordo”.
Una mediazione che potrebbe aggirarsi attorno agli 8 milioni di euro. “Riconosceremo un valore vicino a quello stabilito dalla legge – chiosa Nardi – ma senza gli interessi maturati negli anni. I soldi però saranno disponibili nel giro di 3 o 4 mesi, diversamente si continuerà questa guerra all’interno della comunità”.
(Fonte: Gianluca Renosto © Qdpnews.it).
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