Sono almeno una quindicina le attività industriali e commerciali che sono “al palo” – nel vero senso della parola – con la linea fissa del telefono lungo via Mescolino, tra San Martino di Colle Umberto e Cappella Maggiore. Succede da quando, una decina di giorni fa, una signora è malauguratamente uscita di strada abbattendo un palo della telefonia che è caduto sulla carreggiata.
Sono intervenuti i Vigili del fuoco che valutando la situazione di pericolo lo hanno rimosso, tagliando comunque i cavi. Una mossa che prevedeva un ripristino celere, che non è avvenuto, e ora sale la protesta.
“Forse aspettano che il palo faccia i funghi, visto che ci avviciniamo alla stagione – ha osservato Fabrizio De Bortoli, titolare del risto-pizzeria Tabialà – , ma intanto noi dopo 10 giorni senza linea telefonica chiediamo ancora scusa ai nostri clienti che non riescono a contattarci. E’ una vergogna assoluta, dalla compagnia telefonica a chi ci ha messo in questa situazione. Noi paghiamo le bollette, ma il servizio dov’è?”.
Anche l’amministrazione comunale ha tentato di dare una mano a imprenditori e commercianti, come ha confermato il vicesindaco Mariarosa Barazza: “Abbiamo già sollecitato più volte anche dal Comune – ha detto -. E’ una delle classiche situazioni da denuncia all’authority sulle telecomunicazioni”.
Gli utenti rimasti al palo (con il cavo ancora ben arrotolato, in sicurezza) con le linee fisse hanno protestato e chiamato a più riprese, ma ancora nulla si è mosso. “Va bene che ci sono i cellulari e le e-mail, ma lasciare tutte le attività industriali e produttive di questa zona per dieci giorni senza telefono non so come definirlo – afferma De Bortoli – senza pensare il peggio. Ma stiamo scherzando? E’ un disastro. Nel mio caso i clienti non sanno come raggiungerci per le prenotazioni”.
Tra i commenti alla denuncia del ristoratore c’è anche quello di un cittadino al quale hanno ripristinato il collegamento telefonico da linea fissa dopo due mesi. Un lasso di tempo che gli imprenditori di via Mescolino non vogliono nemmeno prendere in considerazione per il loro caso. E’ da vedere quindi se si risolverà entro la settimana l’ennesimo disservizio a scapito dell’utente finale.
(Foto: Facebook).
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