Un ponte tra Conegliano e Venezia: all’istituto Cerletti il vigneto “Uva Dorona” dell’isola di San Francesco del deserto

L’anniversario dei 1600 anni di Venezia è stata l’occasione di un convegno tenutosi nella mattinata di ieri, sabato 25 settembre, all’istituto Cerletti di Conegliano, dove si è parlato di sostenibilità, ma anche del progetto di piantumazione del vigneto “Uva Dorona” di fronte all’edificio del convitto.

Questa tipologia di vigneto proviene dall’isola veneziana di San Francesco del deserto e il suo arrivo all’istituto scolastico coneglianese non è stato casuale.

Un ex allievo del Cerletti, Carlo Queruli, fa parte dell’ordine minore dei frati francescani dell’isola, ma è anche autore di un dizionario di termini tecnici in cinese, un’opera che conta due edizioni (del 2001 e del 2011) e ritenuta fondamentale nel settore, in quanto rappresenta un valido strumento di comunicazione.

Pertanto, tutti questi elementi sono risultati un’occasione in più per legare i due territori e produrre un vero e proprio “vino da messa”.

Come ha spiegato Walter Da Rodda, docente in pensione del Cerletti e responsabile dell’azienda agraria della scuola, l’isola non presenta più le caratteristiche idonee per consentire la coltivazione di questo particolare vitigno, a causa dei gabbiani e delle vespe che erano solite gravitare vicino alle piantumazioni.

“Ciò dimostra come storia e tradizione vengano messi assieme al futuro – ha spiegato Mariagrazia Morgan, preside dell’istituto – in maniera tale da consentire agli studenti di uscire dalla scuola con competenze innovative. La scuola sta facendo questi investimenti, purché vengano coinvolti i ragazzi, per condurre gli studenti dalla teoria alla pratica“.

Una storia che è stata raccontata anche al convegno, a cui erano presenti lo stesso Carlo Queruli assieme al confratello Roberto Cracco, ospiti del convitto scolastico, gli studenti stessi del Cerletti, il senatore Gianpaolo Vallardi (membro della commissione Agricoltura del Senato), gli onorevoli Giuseppe Paolin e Angela Colmellere, Alberto Villanova in rappresentanza della Regione Veneto, il presidente della Fondazione degli studi enologici Floriano Zambon, il direttore del Consorzio vini Venezia Stefano Quaggio e don Alessio Magoga.

Frate Queruli ha spiegato quella che è stata la genesi del dizionario da lui prodotto, il primo passo di un percorso che ha determinato l’arrivo dei vitigni dell’isola veneziana: “Lo stesso anno in cui mi sono diplomato, sono entrato in convento. Sono stato inviato in missione in Cina, dove mi sono reso conto che mancava un dizionario di termini enologici precisi“.

“Con alcuni colleghi, quindi, ho dato vita a questo dizionario – ha proseguito – che ha passato la censura di Stato: è stato importante aver trovato il modo per entrare in quell’ambiente e il dizionario ha poi fatto breccia tra gli addetti ai lavori”.

Un avvicinamento, quello di Venezia al territorio locale tramite la particolare piantumazione, che simboleggia la medesima necessità di tutela di queste due aree, grazie alla “possibilità di un percorso in evoluzione”.

“L’idea è quella di portare gli studenti nell’isola, per svolgere qualche giorno di lavoro lì, per sperimentare quello che è lo scambio continuo tra natura e spiritualità del luogo”, ha continuato Da Rodda.

Un progetto, quindi, dove storia, spirito di attaccamento all’istituto scolastico e lavoro pratico si intrecciano tra loro, fornendo agli studenti un’esperienza utile per il futuro.

(Foto: Qdpnews.it © riproduzione riservata).

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