Si stringe il cerchio delle indagini per i fatti avvenuti sabato scorso a Treviso, dove alcuni ragazzi si erano dati appuntamento per una zuffa in centro storico.
Gli agenti del nucleo di Polizia giudiziaria della Polizia locale di Treviso hanno setacciato le immagini della videosorveglianza cittadina e le immagini registrate dalle bodycam indossate dagli agenti che sono intervenuti per disperdere i ragazzi, venuti alle mani in particolare nella zona vicina al Duomo.
L’esame dei fotogrammi e degli accertamenti nei vari profili social ha permesso di identificare uno dei più violenti, sempre al centro delle risse iniziate in piazza Vittoria e poi terminate vicino al Battistero: si tratta di un 21enne residente a Cornuda che dovrà presentarsi in questi giorni in comando con un suo avvocato di fiducia, visto che per lui potrà scattare la denuncia per rissa non solo per avere partecipato ad alcune zuffe ma per avere avuto parte attiva in altre situazioni.
Oltre al 21enne dovranno presentarsi al comando con i rispettivi genitori anche dei minorenni: uno di Paese e due ragazze, una 16enne di Breda di Piave e una 17enne di Casier, che avrebbero in qualche modo compartecipato agli episodi. “Un’altra decina di convocazioni per altrettanti ragazzi minorenni sono partite dal Comando e già notificate agli interessati, che saranno ascoltati come testimoni sui fatti avvenuti sabato”, afferma il comandante della Polizia locale Andrea Gallo.
“Non si esclude che anche per loro, in base alle immagini registrate, ci possano essere delle conseguenze penali se in qualche modo si dimostrerà che abbiano compartecipato agli episodi di violenza registrati. Abbiamo fatto di tutto per chiudere le indagini entro domani sabato per dare un forte segnale a chi fosse ancora intenzionato a venire a Treviso ad organizzare spedizioni punitive o risse”.
Anche i social più in voga tra i giovanissimi vengono tenuti sotto controllo dagli agenti e anche domani pomeriggio, come già accadeva nell’autunno scorso, un operatore del Comando sarà impegnato in centrale operativa per immortalare con le immagini i giovani che circolano per il centro cittadino: “Saranno riproposti anche i maxi pattuglioni – annuncia Gallo – Alcuni gruppi di agenti controlleranno a piedi le vie e le piazze del centro per prevenire eventuali fibrillazioni da parte dei giovani”.
Sul tema è intervenuta, a margine di una cerimonia svolta questa mattina a Oderzo, il prefetto Maria Rosaria Laganà: “Chiudere il centro storico di Treviso sarebbe una sconfitta – ha esordito – la zona è da tempo “sorvegliata speciale” per vari motivi. Le forze dell’ordine, sia pure in maniera discreta, ci sono. Andrebbe capito il motivo per cui questi ragazzi debbano ritrovarsi e picchiarsi, con tanto di “ola” di ragazzini e ragazzine che inneggiano a questa pratica che ci pone degli interrogativi, prima ancora che sul piano degli interventi da parte delle forze dell’ordine, che pure ci sono e ci saranno, sul piano degli insegnamenti che nell’àmbito della famiglia e della scuola bisogna continuare a trasmettere”.
“Sicuramente ci saranno dei servizi rinforzati, con il coinvolgimento del Comune. Senza parlare di presìdi o militarizzazione del centro storico ci sarà un’attenzione particolare, visto che dalla messaggistica in rete sembra che questi ragazzi si vogliano ritrovare. Forse è una forma di sfida, speriamo che ci ripensino perché le conseguenze possono essere significative” conclude.
(Foto: archivio Qdpnews.it).
#Qdpnews.it