Si è conclusa mercoledì sera a Valdobbiadene la seconda edizione del Festival “Tra Libri e Pensieri” con lo spettacolo dal titolo “La Piave, il Piave…” con la partecipazione del professor Maurizio Ruggiero, di due attori della Compagnia “Teatro Instabile”, Caterina Deserti e Carlo Rossi, e dell’artista valdobbiadenese Gioacchino Vettorello.
Anche quest’anno, attraverso questo festival, il Comune e la Consulta per la Cultura di Valdobbiadene hanno aderito alla maratona di lettura “Il Veneto legge”, che tra i temi del 2021 ha proprio l’acqua.
Dopo l’inaugurazione della scultura “Dafne” di Valentino Moro, presentata lunedì nel parco della Villa dei Cedri, il programma del Festival è proseguito con gli appuntamenti “Le voci di Dafne e Apollo”, a cura del gruppo VociDiStorie, e “La riscoperta della Cordana e il parco di Villa dei Cedri”, con interventi del professor Dolcetta e degli architetti Patrizio Collatuzzo e Roberto Pescarollo.
Martedì 21 settembre l’ex Opificio di Villa dei Cedri ha ospitato l’incontro “Geografie di Comisso: un viaggio letterario tra cielo e acqua” con Nicola De Cilia, che ha aiutato il pubblico a ripercorrere il viaggio fisico e sentimentale compiuto da Giovanni Comisso, uno scrittore innamorato della sua terra e particolarmente legato “alla Piave” e all’area di Valdobbiadene.
Mercoledì, grazie alle letture a due voci unite a proiezioni e musica, il pubblico presente ha potuto riflettere sull’importanza del Piave per la storia della comunità di Valdobbiadene e di tutte le altre realtà legate al fiume.
Tanti i temi trattati: dall’aspetto economico legato agli zattieri alle vicende storiche e belliche passando per le bellezze paesaggistiche e le opportunità che il fiume offre dal punto di vista sportivo e non solo.
“In questo Festival abbiamo cercato di focalizzarci sui nostri luoghi, sulle nostre terre – ha affermato Lisa Comarella, presidente della Consulta per la Cultura di Valdobbiadene – Come messaggio finale volevo riprendere un brano di uno storico tedesco che ci ha presentato l’altra sera Nicola De Cilia: I luoghi sono testimoni affidabili, sono sempre stati dove sono e sono ancora lì quando chi ricordava se ne è ormai andato da un pezzo”.
“Hanno vita propria – continua -, quasi un diritto di veto. Le montagne continuano ad esistere anche quando la fede, che le voleva spostare, è svanita da tempo. Le pianure continuano ad esistere, anche dopo che gli eserciti si sono scontrati. Sulle superfici rimangono visibili, a chi le sappia distinguere, le tracce lasciate da generazioni ormai trascorse”.
“Abbiamo parlato del Piave sotto vari aspetti – ha aggiunto l’assessore alla cultura Giorgia Falcade -, abbiamo visto gli zattieri che hanno caratterizzato l’aspetto economico di questo fiume. Abbiamo parlato della guerra, quindi dell’aspetto storico e dell’importanza della memoria, della geografia, di quanto bello sia il paesaggio che offre il Piave, e di sfruttamento idrografico. Questa rassegna è partita con lo svelamento di Dafne, dove abbiamo toccato l’aspetto mitologico, e poi ci siamo collegati a Diana, che fa parte dello stemma comunale, e a Endimione dormiente, a cui è dedicata la fontana della piazza”.
“Abbiamo discusso anche di quello che sarà il progetto di riapertura della Cordana nel parco di Villa dei Cedri – conclude – L’acqua è effettivamente elemento vitale per Valdobbiadene. Il nostro paese non è solo vino, è veramente tanto di più. L’obiettivo della Consulta per la Cultura e dell’amministrazione comunale di Valdobbiadene è quello di divulgare questo sapere, di far capire quanto Valdobbiadene abbia da offrire”.
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