Valdobbiadene, crescono gli avvistamenti delle volpi. I consigli dell’esperta su come comportarsi

In questi settimane, nella zona della frazione di Funer di Valdobbiadene, si susseguono gli avvistamenti di volpi (nella foto, scattata in zona). Gli animali si sono avvicinati alle case, presumibilmente in cerca di cibo, e tanta è la curiosità dei residenti che non sanno bene come comportarsi con questi animali. C’è chi è intenzionato a dare loro da mangiare mentre c’è chi ha paura che portino delle malattie o siano un pericolo per gli animali da cortile ancora presenti in questa zona del paese.

Per i bambini, sempre molto attratti dagli animali, questa vicenda sembra essere diventata una bella favola natalizia e cresce l’attesa per l’incontro diretto con la volpe. In realtà, da tempo arrivano notizie di tassi e volpi che visitano la zona dell’ospedale di Valdobbiadene e non è difficile incontrare cinghiali o altri ungulati sopra la zona della chiesa di San Floriano o nella frazione di Ron di Valdobbiadene.

Matteo Tramet, cittadino valdobbiadenese che ha segnalato gli avvistamenti (nella foto)  in gruppo social locale, ha dichiarato: “Mio fratello ha trovato una volpe in cortile un mese fa mentre mia mamma l’ha vista, sempre in cortile, ieri sera verso le 20.00. Io personalmente l’ho vista che attraversava la provinciale sotto la frazione di Funer sempre un mese fa.”

“Ai miei suoceri – prosegue Tramet – tre mesi fa la volpe ha mangiato 5 galline, sempre in zona Funer. Un vicino ha visto, grazie alle telecamere a circuito chiuso, che si trattava di una madre con due cuccioli. Altre persone in zona via Lizzor hanno riferito di aver visto la volpe nell’ultimo periodo. A memoria mia, in trent’anni non si sono mai viste tante volpi con una frequenza simile.”

A fare il punto della situazione la dottoressa Silvia Ceriali, originaria di Valdobbiadene, laureata in Scienze e tecnologie per l’ambiente e il territorio all’Università di Padova, un parere sul fenomeno. Silvia oggi collabora alla realizzazione di attività di educazione ambientale in collaborazione con il “Museo naturalistico Patrizio Rigoni”, con “Asiago Guide” e con altre realtà del territorio dei Sette Comuni (Vicenza).

La presenza della volpe in Italia – spiega Ceriali – copre la quasi totalità del Paese e negli ultimi anni si è estesa anche alle zone che presentano un’agricoltura più intensiva, pur presentando basse densità in parte della Pianura Padana. Trascorre la maggior parte della sua giornata in tana, per attivarsi poi prevalentemente nelle ore crepuscolari e notturne dedicando gran parte del tempo alla ricerca di cibo. È un predatore generalista ed opportunista che si ciba di frutta, invertebrati, piccoli e medi mammiferi (come arvicole, lepri, uccelli, rettili e anfibi), qualche rara carcassa e rifiuti. La dieta varia a seconda delle risorse presenti, nonché della stagione e su base individuale. La volpe solitamente è un animale schivo ed evita l’incontro diretto con l’uomo. Per questo suo comportamento, gli abitanti di molte zone possono accorgersi della sua presenza anche diversi anni più tardi del suo arrivo.”

“In questo periodo dell’anno – prosegue la naturalista – avviene anche la naturale dispersione della specie che interessa i giovani (spesso investiti dalle auto) o i soggetti che non hanno trovato una propria area. Di conseguenza, se una zona si presenta libera e ricca di risorse, le volpi provano ad occuparla. Bisogna ricordare che, nonostante la loro possibile vicinanza alle abitazioni, le volpi restano un animale selvatico che non è bene tentare di addomesticare, ad esempio offrendo loro del cibo, dato che così facendo perdono facilmente il loro innato timore per l’uomo, diventando curiose ed intensificando le loro ricerche alimentari vicino alle abitazioni con il rischio di essere invadenti. Così si possono ritrovare in situazioni dove non sono per nulla desiderate. Nei pressi delle abitazioni possono occasionalmente causare dei “fastidi” scavando delle buche nel terreno, rovistando tra i rifiuti, oppure ancora più di rado possono causare danno predando animali da reddito o domestici, ad esempio entrando nei pollai. Se si avvista una volpe “di passaggio” nei pressi di un’abitazione è bene lasciarla andare per la propria strada, senza interferire con la sua routine, approfittando della possibilità di condividere lo spazio vitale con un animale selvatico e di osservarlo!”

“Se avete animali da reddito o domestici da tutelare – conclude Ceriali – basta alzare la voce, fare un forte rumore oppure gettarle dell’acqua, mantenendo sempre una debita distanza, per farla allontanare. Inoltre, per evitare che sia attratta dalla vostra abitazione, consiglio di non lasciare le ciotole con del cibo all’esterno durante le ore notturne. A chi brama di avere contatti con una volpe mi sento di sconsigliare di attrarla verso la propria abitazione e di puntare piuttosto ad incontri in ambienti meno antropizzati. Durante le mie escursioni al tramonto, mi capita spesso di osservarle in lontananza anche nella zona del Valdobbiadenese. Personalmente vedere le tracce ed i segni di presenza di un animale selvatico, sapendo che dove sono passata io è passato anche lui, mi emoziona quasi quanto vederlo in carne ed ossa. Sono sicura che nella zona ci sono diversi professionisti che vi possono accompagnare in ambiente per provare questa esperienza.”

Il consiglio della dottoressa Ceriali, quindi, è quello di non interferire con le leggi della natura e di godere dell’eventuale possibilità di vedere la volpe, con la gioia e l’emozione per il privilegio di vivere ancora esperienze che sono quasi impossibili per chi abita in città.

(Fonte: Andrea Berton © Qdpnews.it).
(Foto per gentile concessione di un lettore). 
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