Fioccano le reazioni sul “caso Prošek “: “Siamo tutti responsabili della piega che ha preso la vicenda Prošek in questi ultimi giorni – afferma Giangiacomo Gallarati Scotti Bonaldi, Presidente di Confagricoltura Treviso – Quanto sta accadendo dimostra il fallimento del Sistema Italia nel difendere le proprie eccellenze dalle minacce di coloro che cercano di attuare nei nostri confronti una concorrenza sleale attraverso prodotti di diversa qualità. Evidentemente a poco sono servite le grandi manifestazioni di sdegno a cui tutti abbiamo assistito nei mesi passati: inutile alzare la voce, se poi chi deve concretamente agire resta immobile. Diventa quindi ancora più fondamentale che il mondo del Prosecco ora si muova in maniera compatta: inutile agire in maniera frastagliata, inseguendo visibilità o interessi personali. Va invece condiviso un percorso d’intenti che ci permetta di presentare obiezioni forti alla Commissione Europea, così da scongiurare una vergogna senza precedenti”.
“Proprio per questo Confagricoltura Treviso ha deciso di supportare attivamente l’iniziativa di tutela avviata dal Consorzio Prosecco Doc e da Federdoc, e invito tutti i soggetti interessati – Istituzioni comprese – a unirsi a noi. Una cosa deve essere chiara a tutti – prosegue Bonaldi -: quello che stiamo vivendo non è solo un attacco al nostro Prosecco, ma a tutto il principio di tutela delle eccellenze di cui le denominazioni sono espressione massima a livello europeo”.
“La Corte di Giustizia europea – aggiunge Martina Dal Grande, presidente Associazione Giovani Agricoltori Treviso e Delegato Nazionale Anga a Bruxelles per il Ceja (Consiglio Europeo dei Giovani Agricoltori) nel recente caso “Champanillo” che ha visto agire il consorzio che tutela lo Champagne contro una catena di tapas bar spagnoli chiamata, appunto, Champanillo (in spagnolo significa “piccolo Champagne”), e utilizzava come logo due coppe riempite di una bevanda spumante – ha chiarito che il divieto di utilizzare nomi che evochino altri prodotti DOP opera anche se i due prodotti non sono identici o simili, con la precisazione che la violazione del divieto si verifica ogni qualvolta un consumatore possa essere tratto in inganno al momento dell’acquisto. Auspico quindi che come già dimostrato in passato le Istituzioni europee sapranno abbinare la tutela del consumatore e la tutela di un territorio e di una denominazione storica come quella rappresentata dal Prosecco DOC e Prosecco DOCG, oggi ancora più gravemente minacciate dal fenomeno “italian sounding”.
“D’altra parte, qualsiasi differente scenario finirebbe per svuotare di ogni significato la nozione stessa di DOP e, in definitiva, sconfessare i valori fondamentali che gli stati membri e la stessa Unione Europea sono chiamati a perseguire – conclude Dal Grande – Questo finirebbe per creare un precedente che potenzialmente minaccerebbe tutte le denominazioni europee e le eccellenze tutelate”.
(Foto: Confagricoltura Treviso).
#Qdpnews.it