Finocchiella, dagli Dei ai giorni nostri

Fiore del finocchio, è usata come spezia soprattutto nel territorio della Tuscia e di Viterbo

Oggi il vostro personal trainer dell’orto vi spiega come si coltiva la finocchiella e come si può impiegare in cucina.

La finocchiella è il fiore del finocchio, usata come spezia soprattutto nel territorio della Tuscia e di Viterbo.

Pianta già usata dai Romani perché considerata sacra, secondo la mitologia greca, la finocchiella servì a Prometeo (messaggero degli dei) per rubare il fuoco di Zeus per donarlo all’uomo.

La finocchiella è una pianta spontanea, facile da coltivare e da raccogliere; non necessita di troppa acqua, né di prodotti appositi per la crescita. Si semina da Novembre ad Aprile quando la temperatura non supera i 15 gradi e si raccoglie a mano durante la fioritura estiva. Coltivare il finocchio selvatico non è affatto facile. La coltivazione per ottenere le sole foglie può essere a ciclo annuale. Le foglie poi possono essere distillate o essiccate. Si possono coltivare dalle 5 alle 8 piante per ogni metro quadro. Basterà lasciare 25 cm di distanza tra le piante e 45 cm di spazio tra un solco e l’altro. Prima della semina, è necessario eseguire una lavorazione del terreno per eliminare le infestanti.

Parliamo di raccolta e conservazione. Dopo aver sistemato i fiori in fascetti, vengono messi a essiccare in delle serre, per poi essere sbriciolati con le mani e setacciati. La pianta produce frutti molto aromatici che ricordano il sapore dell’anice.

La finocchiella viene impiegata in cucina soprattutto per insaporire pietanze a base di carne di maiale, come la porchetta, ma anche accostata al pesce azzurro e alle alici.

Può essere usata anche, semplicemente, per insaporire le patate lesse.

Autore: Campagna Amica/Coldiretti

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