Il giorno dopo, fumo e fiammate salgono ancora dalle macerie della segheria De Zen lungo la strada provinciale 667. Lo schieramento di mezzi non è più quello della notte precedente, ma i Vigili del fuoco hanno ancora molto lavoro da svolgere.
“L’incendio è sotto controllo – spiega il caposquadra Antonio Pitarra, del Comando di Treviso – ma ci vorranno anche i prossimi giorni per concludere del tutto l’intervento”.
Le fiamme potrebbero essere partite dal surriscaldamento di una caldaia in uno dei tre capannoni andati distrutti, mentre i fratelli Fabio e Roberto erano andati nella vicina abitazione per un breve pasto serale. Sulle cause precise stanno indagando i tecnici; sul posto è arrivata in mattinata anche una squadra dell’Arpav per i rilievi sulla presenza di inquinanti.
“Per fortuna – prosegue Pitarra – abbiamo evitato che le fiamme si estendessero al magazzino, che ha la copertura in eternit, toccata solo marginalmente dal fuoco. I tre capannoni crollati avevano una copertura diversa. L’impianto antincendio era funzionante e ne stiamo fruendo anche noi per domare quel che resta dell’incendio”.
Un apporto importante è arrivato anche da una famiglia vicinante, che ha messo a disposizione le tubazioni per l’irrigazione agricola, collegandole all’atto della condotta idrica. I pompieri, intervenuti alle 19.48, sono arrivati anche da Montebelluna, Asolo e Castelfranco Veneto, operando a ciclo continuo con tre autobotti.
I proprietari, ancora scossi e sotto choc per l’accaduto, non hanno voluto rilasciare dichiarazioni, né consentito agli organi di stampa di effettuare foto e riprese all’interno.
“Conosco bene la famiglia – dice il sindaco Gianni Precoma – poiché abito a pochissima distanza dalla ditta. Io stesso ho visto le prime fiamme ieri sera prima delle 20. Ho capito che non era un evento di piccole dimensioni vedendo il fumo uscire da tre punti diversi, lì dove c’erano delle finestre aperte. Sono rimasto lì quasi tutta la notte e capisco bene la disperazione dei proprietari, che hanno perso tutti i loro macchinari per il taglio e la lavorazione dei legni pregiati, destinati a realizzare mobili di pregio. Il padre, morto un anno e mezzo fa, era un grande lavoratore, come la moglie, casalinga; è una famiglia che si è guadagnata letteralmente col sudore della fronte tutto ciò che ha messo in piedi“.
Nel contesto dei capannoni era presente anche una stalla con alcuni capi di bestiame da allevamento; resta da quantificare l’ammontare complessivo del danno. La gran parte dei depositi e delle cataste di legna e tavolati, accumulati in buona parte anche all’esterno dei capannoni, si è salvata dalle fiamme.
Intanto la Procura di Treviso ha aperto un fascicolo per incendio colposo a carico di ignoti.
(Foto e video: Qdpnews.it ® riproduzione riservata).
#Qdpnews.it