Parterre d’eccezione oggi al teatro La Loggia di Cison di Valmarino per la presentazione in grande stile del volume “Gli alpini della Sezione Ana Vittorio Veneto 90 anni di storia (1931 – 2021)”, condotta dalla voce delle adunate alpine dell’avvocato Nicola Stefani.
Con il generale Francesco Paolo Figliuolo, Commissario straordinario per l’emergenza Covid, e il Comandante in capo delle Truppe Alpine dell’Esercito, Generale Claudio Berto, anche il presidente nazionale dell’Ana Sebastiano Favero, i presidenti delle sezioni alpine di Treviso, Conegliano, Valdobbiadene, Belluno, consiglieri nazionali, i sindaci di tutto il comprensorio, 11 Comuni con 19 gruppi alpini che fa capo alla sezione Ana di Vittorio Veneto, guidati dal primo cittadino vittoriese Antonio Miatto e dalla padrona di casa, il sindaco di Cison Cristina Da Soller.
Ovviamente presenti capigruppo e consiglieri delle sezioni per una serata che ha ricordato come tutto il territorio si sia raccolto in questo libro attorno all’attività alpina, un incontro “tra uomini e uomini”.
Nel suo saluto, il presidente Franco Introvigne ha introdotto alcune considerazioni alla vigilia della celebrazione in forma solenne del 50esimo anniversario di costituzione del Bosco delle Penne Mozze: “Tanta gratitudine intanto per la presenza delle massime autorità, e un ringraziamento per chi ha permesso la pubblicazione del nostro libro, 90 anni di storia, di una sezione piccola che ha il peso e l’onore di un grande nome. Traccia la storia della nostra terra delle buone e tristi vicissitudini, facendo memoria di chi ci ha preceduto e indicato la giusta via da percorrere per impegnare al meglio il nostro presente”.
Nella sua recensione, il giornalista e saggista Giovanni Lugaresi ha ripercorso i tratti salienti del volume evidenziando alcune parti: come quella sulla famiglia Tandura, la più medagliata d’Italia: 2 medaglie d’oro al Valor Militare, 4 argenti, 3 bronzi e 5 croci al merito di guerra.
Oppure la nascita, nel 1958, del coro Ana sezionale che ancora oggi rappresenta la sezione. E poi le Salmerie, quel blitz guidato da Giovanni Salvador all’Adunata nazionale di Treviso nel 1994, dove per la prima volta sfilarono i muli di Toni De Luca, contravvenendo agli ordini del presidente nazionale. Storie, personaggi, territorio.
Il generale Berto ha voluto ricordare l’impegno degli alpini all’estero e non solo: “Sacrificio, morti, feriti durante le nostre missioni, gli alpini hanno fatto le stesse cose che facevano da sempre, ora in Italia anche un impegno gravoso e straordinario per la pandemia, con l’impiego di caserme per le vaccinazioni con personale militare. A loro porto il vostro ringraziamento”.
Poi l’arrivo del generale Francesco Paolo Figliuolo, che non ha voluto mancare alla presentazione e ha ricordato, ripercorrendo l’impegno all’estero degli alpini in Afghanistan, l’onere gravoso che gli toccava nell’annunciare ai famigliari le ferali notizie sui loro cari.
“Cose strazianti, che uno non vorrebbe mai fare – ha precisato – però fanno parte della nostra professione. Siamo andati con degli ideali, avevamo una missione da compiere. La storia dirà se abbiamo fatto bene, noi abbiamo fatto del nostro meglio. Quando, venendo a oggi, sono stato nominato commissario, ho sentito una grande responsabilità; ma sono alpino, e noi alpini ci rimbocchiamo le maniche perché tutti non siano lasciati indietro, soprattutto i più deboli: i princìpi guida degli alpini che hanno ispirato il Piano pandemico“.
“Poche parole, bisogna fare i fatti – ha concluso Figliuolo – In questa campagna parlano i numeri: siamo tra i primi al mondo con il 91,5 per cento di cittadini over 80 messi al sicuro. E nel Veneto si sta facendo un lavoro straordinario grazie all’associazionismo e ai nostri volontari alpini: l’attenzione agli ultimi noi ce l’abbiamo dentro”.
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